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70-anni-dopo-Q

Rovigo Palazzo Roncale
23 ottobre 2021 - 30 gennaio'22

70 ANNI DOPO

La Grande alluvione

Il racconto di un corale e colossale atto di orgoglio e della capacità di riscatto di quella che era definita la “Mesopotamia d’Italia”.
 
La mostra, promossa dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo è curata da Francesco Jori con Alessia Vedova e Sergio Campagnolo
 
Ogni decennale della Grande Alluvione è stato ricordato, riproposto, rivisitato. Sono state rievocate circostanze e testimonianze, sono state indagate le cause, sono state ricostruite le azioni di soccorso intraprese a favore della popolazione, e quelle di riparazione degli ingenti danni provocati dall’acqua. Ogni volta con approfondimenti di assoluto rilievo, che hanno consentito di fare sempre più chiarezza nelle dimensioni e nella portata della catastrofe.
 
Questa mostra si propone – anticipa Jori – un obiettivo diverso, se si vuole più ambizioso: inserire l’evento del ’51 in una cornice storica di ampia portata, che ricostruisca la storia di questa terra e la sua straordinaria capacità di resilienza.

 

Campagne-del-Polesine-17-novembre-1951

 

La mostra intende focalizzare come quella tragedia si ripercuota oggi nel tessuto fisico, sociale ed economico del Polesine, afferma il Presidente della Fondazione, Gilberto Muraro.

Cercando di indagare “cosa”, oltre al ricordo, al dolore, alle tragedie personali e sociali, derivi oggi – 70 anni dopo – da quell’Alluvione. Che certamente “bloccò” un territorio ma che orgogliosamente, grazie anche alle previdenze statali per le aree disagiate e agli aiuti di molti italiani e non solo, ebbe la forza di riprendersi, pur restando estraneo all’esplosione industriale che a partire dagli anni Sessanta mutò il volto di altre province del Veneto”.

Soccorsi-agli-alluvionati-a-Grignano-Polesine-17-novembre-1951

 

“In carenza di un vero sviluppo del comparto industriale”, annota il curatore della mostra Francesco Jori – “il Polesine ha puntato su quello agricolo, riqualificandolo e riqualificandosi, dal riso alla orticoltura.

Un territorio che ha fatto di un Delta abbandonato e nemico, di una terra di malaria prima e di pellagra poi, una delle più ambite e importanti aree umide d’Europa, riconosciuta dall’Unesco come Patrimonio della Biosfera. Che ha saputo qualificare anche il patrimonio del suo mare, con la mitilicoltura e la pescicoltura di eccellenza. Che da quella tragedia è stato spinto a rispettare, tutelare e valorizzare il suo ambiente.

E che ha ricominciato a guardare alla globalizzazione, ricordando di essere stato, per un millennio, quando Adria dava il suo nome ad un mare, uno dei gangli di incontro delle reti commerciali del mondo. In questi 70 anni non sono certo mancati distorsioni ed errori, fisiologico frutto dei tempi e della legittima necessità di lavoro e di benessere.

Ma nel suo insieme questo territorio costituisce oggi un patrimonio ambientale e umano altrove perduto. Un patrimonio che consente oggi al Polesine di continuare a pianificare un futuro di qualità”.

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La selezione fotografica in mostra rispecchia lo sguardo bifronte di questa esposizione che, da una parte si volge al passato per rievocare e raccontare quelle ore e quei giorni drammatici, dall’altra si sofferma sul presente, su come il Polesine di oggi sia stato plasmato dall’opera di ricostruzione.

Dalle foto surreali e sospese che ci raccontano i giorni dell'Alluvione con una forza comunicativa di altissimo livello alle immagini contemporanee che ci invitano a osservare il territorio e le modifiche operate dall'uomo e che celebrano le meraviglie naturali del Polesine.

 


In concomitanza con questa mostra, a Palazzo Roverella (di fronte a Palazzo Roncale) è visitabile la mostra fotografica  Robert Doisneau

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Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo
Comunicazione
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Ufficio-stampa della mostra:
Studio ESSECI, Sergio Campagnolo – tel. 049.663499
Rif. Simone Raddi: gestione2@studioesseci.n

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