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MONI OVADIA

Nato a Plovdiv, in Bulgaria, si trasferisce quasi subito con la famiglia a Milano. La sua è una famiglia di ascendenza ebraica sefardita, ma di fatto impiantata da molti anni in ambiente di cultura yiddish e mitteleuropea. Questa circostanza influenzerà profondamente tutta la sua opera di uomo e di artista, dedito costantemente al recupero e alla rielaborazione del patrimonio artistico, letterario, religioso e musicale degli ebrei dell'Europa orientale.

Ovadia si laurea in scienze politiche all'Università Statale di Milano. Contemporaneamente al suo percorso accademico muove i primi passi artistici sotto la guida di Roberto Leydi, con cui inizia la sua carriera di cantante e musicista nel Gruppo dell'Almanacco Popolare, guidato da Sandra Mantovani. Nei primi anni settanta è fondatore del Gruppo Folk Internazionale, poi Ensemble Havadià, dove suona il violino, la chitarra e la tromba, con il quale realizza gli album Festa Popolare, Daloy Polizei, Il Nonno di Jonni, Le Mille e una Notte e (già con il nome di Ensemble Havadià) Ensemble Havadià e Specchi. Suonando questo nuovo (per l'epoca) genere musicale, che oggi potremmo definire folk-progressivo, gira i maggiori festival europei di musica folk. Insieme agli Stormy Six anima la cooperativa l'Orchestra, primo esempio di etichetta indipendente italiana.

Teatro

L'esordio teatrale è del 1984. Nel 1987, per il Festival di cultura ebraica del Teatro Pier Lombardo di Milano (ora Teatro Franco Parenti), è protagonista dello spettacolo Dalla sabbia dal tempo scritto e diretto da Mara Cantoni, che mette in evidenza le sue capacità di attore-cantante. Nel 1990 fonda la TheaterOrchestra e lavora con il CRT Artificio di Milano, con cui produce Golem, che condurrà in tournée a Bari, Milano, Roma, Berlino, Parigi e New York.

Sempre nello stesso anno è Giovanni V, re del Portogallo (attore e voce recitante) nella prima rappresentazione al Teatro Lirico per il teatro alla Scala di Milano di Blimunda di Azio Corghi con i Swingle Singers diretto da Zoltán Peskó.

La grande svolta è lo spettacolo Oylem Goylem ("Il mondo è scemo" in lingua yiddish), con cui si impone all'attenzione del grande pubblico. Lo spettacolo fonde abilmente musica klezmer, che Ovadia canta con voce profonda e appassionata, a riflessioni condotte alla luce della cultura e del witz, il tradizionale umorismo ebraico, a storielle e barzellette. Lo spettacolo fu ripreso dalle reti Rai e, nel 2005, pubblicato in cofanetto e DVD da Einaudi.

Nel 1994 inizia a lavorare con Roberto Andò, all'opera multimediale Frammenti sull'Apocalisse, presentato poi al Festival Roma Europa nel luglio 1995. All'inizio del 1995 allestisce con Mara Cantoni Dybbuk, uno spettacolo sull'Olocausto, che diventa uno egli eventi più importanti della stagione teatrale. Nello stesso anno debutta Taibele e il suo demone, con Pamela Villoresi. Sempre nel 1995 nasce Diario ironico dall'esilio scritto con Andò e prodotto per il Teatro Biondo Stabile di Palermo.

Nel febbraio 1996, con Mara Cantoni e il Piccolo Teatro di Milano, è in scena con Ballata di fine millennio, che porta in tournée in tutta Italia. Nello stesso anno si presenta al Festival di Gibellina con lo spettacolo Pallida madre, tenera sorella, per la regia di Piero Maccarinelli.

Per il Teatro Biondo torna a lavorare nel 1997, ancora una volta con Andò, che dirigerà poi il loro Il caso Kafka. Nell'ottobre 1998 è in scena uno spettacolo prodotto in esclusiva per il Teatro Stabile di Trieste e intitolato Trieste... ebrei e dintorni. Del mese successivo, al Piccolo Teatro di Milano esce: Mame, mamele, mamma, mamà..., che lui scrive dirige e interpreta con la TheaterOrchestra.

Nel dicembre 1999 è la volta di Joss Rakover si rivolge a Dio, seguito l'anno dopo da Tevjie und mir. Da questo spettacolo nel 2002 Ovadia trae e interpreta la versione italiana de Il violinista sul tetto. Nel 2001 debutta uno spettacolo sul denaro, chiamato Il Banchiere errante. Infine nel 2003 ha prodotto il lavoro L'armata a cavallo.

Nel 2005 collabora con i Modena City Ramblers nel loro album dedicato ai 60 anni della liberazione dell'Italia dall'occupazione nazifascista, Appunti partigiani, prestando la propria voce per la canzone Oltre il ponte. Nel 2005 è vincitore del premio Colombe d'Oro per la Pace, premio assegnato annualmente dall'Archivio Disarmo a una personalità distintasi in campo internazionale.

Dal 2003 al 2008, per sei edizioni (due mandati) è stato direttore artistico di Mittelfest di Cividale del Friuli. Nella stagione teatrale 2008/2009 è in tournée con lo spettacolo La bella utopia, sulla storia del comunismo in Unione Sovietica.

Moni Ovadia nel 2014

Nel 2015 è in scena con Le supplici di Eschilo al teatro greco di Siracusa, regia di Moni Ovadia e Mario Incudine, traduzioni in lingua siciliana di Mario Incudine e Kaballà, musiche originali di Mario Incudine.

Dal dicembre 2020 è direttore generale del Teatro Comunale di Ferrara.[1]


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